Riflessi di vita in un viaggio corale tra suoni e parole
Un progetto musicale sostenuto dal God Our Father Centre For Needy Children, casa d’accoglienza in Kenya a cui andranno i ricavati delle vendite. Terzo disco per il cantautore napoletano Ugo Gangheri dopo Ccà nun ce stanno liune e il precedente L’ammore e l’arraggia con al fianco numerose partecipazioni artistiche tra cui il Coro del Gof di Timboni Watamu, Erriquez Bandabardò, Enzo Iacchetti, Giobbe Covatta, Gioele Dix, Brunella Selo, Djarah Arkan, Giosi Cincotti, Ismael Njang ed altri ancora.
Non è un debutto umanitario quello di Gangheri, già al fianco di Amref per le sue numerose collaborazioni musicali con Covatta, testimonial della stessa ONG, ma in questo caso l’incontro con questi ragazzi che in swahili hanno dato voce ai suoi brani, ha probabilmente cementato questa fratellanza. Grazie all’incontro con due volontari italiani, che da anni si occupano del centro nel villaggio di Timboni a 25 Km da Malindi, Angelica Berardinelli e Massimo Banfi, Gangheri ha realizzato il suo sogno, non solo artistico ma umano.
Le voci del coro presente nel disco sono undici, hanno provato i brani fino allo stremo con l’aiuto e il sostegno della direttrice e fondatrice del centro, Sussy Mmbaka Reuben che già nel 2009 aveva con loro inciso un album di canzoni proprie. ‘A via d’ ‘o tiempo è connotato dalla consueta delicatezza espressiva del Gangheri che questa volta ha voluto giocare con il tema del tempo. Il tempo della memoria, quello che se va e quello che resta, quello che non esiste e che ti fa presumere che il qui e l’ora siano eterni perché c’è un prima che è svanito e un poi ancora da venire. Insomma “quel vecchio galantuomo” protagonista di una ricerca interiore che fluidamente resta inafferrabile e da sempre; forse proprio questa consapevolezza esistenziale ha spinto il cantautore a sugellare questo incontro con il God Our father Centre For Needy Children. Fatto sta che per allegria o per incoscienza, per bisogno di eternità o per esigenza artistica Gangheri è riuscito a coinvolgere il fior fiore dei musicisti, compagni di viaggio in questo nuovo percorso di vita umana e spirituale.
Attraverso qualsiasi forma di donazione al progetto di Malindi viene finanziata ogni genere di cosa, dal cibo, ai vestiti, alla sanità e alla formazione scolastica, unica via per l’emancipazione e l’autosufficienza. Un obiettivo duro e complesso da raggiungere ma la speranza di regalare un giorno in più a questi bimbi e la consapevolezza che anche il più piccolo degli aiuti sia capace di fare grandi cose decisamente riempie il cuore, quello stesso che Ugo Gangheri & Nomadia hanno preservato, custodito e regalato alla storia. Che la musica avesse una sua forza intrinseca capace di impegno sociale e civile questo lo sapevamo da tempo ma constatare che c’è chi non molla rappresenta un segnale forte di conforto e di speranza.